lunedì 21 aprile 2014

Lavoro/Inovazioni

È necessario creare lavoro, adatto alle aspettative dei giovani che hanno studiato, e opportunità di sviluppo, anche nei piccoli centri, perché con le nuove tecnologie, è possibile fare tutto in qualunque condizione orografica. Si può studiare il decentramento di alcune funzioni rare, come centri di ricerca, biblioteche specializzate, strutture di produzione di alcuni beni specifici, che possono portare lavoro e riqualificazione del territorio attraverso il reinsediamento abitativo in zone di pregio. Si possono creare postazioni multiple di telelavoro, in cui diverse tipologie di professionisti possono lavorare insieme in luoghi dotati di servizi, eliminando il senso di isolamento che spesso ha portato al rifiuto di questa tipologia di impiego. L’innovazione dovrà perciò consistere nell’offrire beni e servizi reali, in grado di migliorare l’efficienza di ciò che si utilizza, di ridurre i consumi, semplificare la vita delle persone, far risparmiare tempo e infine aumentare le possibilità di accesso alle informazioni, soprattutto attraverso una loro selezione e raccolta mirata.
Le idee innovative si venderanno da sé con meno pubblicità. Ma rimaniamo con i piedi per terra. La realtà delle cose ci porta a credere che le amministrazioni non possiedono la bacchetta magica. Il lavoro lo creano le imprese, nell’era della globalizzazione le amministrazioni pubbliche sono come piccole tante briciole d’un piatto grasso e speziato destinato ad essere deliziato esclusivamente da poteri più ampi, forse più forti. Ciò che conta è non illudere la gente, mediare il più possibile e garantire al massimo le medesime opportunità a tutti (non esistono per me cittadini “doc”) nella maniera più corretta e paritaria possibile, senza differenza di nessun genere. Conta mantenere il proprio territorio immune alle mafie, molto più presenti nel Nord d’Italia di quanto si possa pensare. Le mafie vanno e andranno sempre più monitorate e eventualmente combattute, anche a Castel San Giovanni. Bisognerebbe abbattere alcune delle nostre barriere mentali, per ricostruirne di nuove e più adatte alle circostanze. E’ un processo continuo che fa la differenza tra chi sa cavalcare il cambiamento e chi lo subisce. Anche la società dovrebbe riorganizzarsi nella sua struttura: occorrerebbe guardarsi allo specchio e capire che l’occidente non è più il centro del mondo ed è molto mutato anche all’interno, sempre più diviso tra ricchi e poveri, così come il resto del globo.

«Quando si ha un martello nella testa, si vedono tutti i problemi sotto forma di chiodi» dice un proverbio.  Per essere innovativi, occorre servirsi di strumenti innovativi.