domenica 20 aprile 2014

Salute Pubblica Castellana

Il bacino di utenza (Distretto Valtidone) dell'Ospedale di Castel San Giovanni è di circa 50.000 abitanti, che risiedono in 14 comuni, parte posti in pianura e parte in collina; per la posizione geografica una parte degli utenti del Presidio provengono dalla Lombardia (circa 30 %); una parte dei residenti del Distretto vive in zone più vicine o con più facile accesso al Presidio di Piacenza che a quello della Valtidone.

E' importante sapere che il nostro ospedale sta vivendo un fase di grandi cambiamenti e ri-organizzativi in un contesto di Hub/Spoke, Spending Review, Area Vasta (AVEN-Area Vasta Emilia Nord) e intensità di cura (Alta, media, bassa intensità). Al'interno di tutto ciò sono preziosissime le risorse umane e la professionalità di Medici, Infermieri, Oss, tecnici sanitari, autisti soccorritori, personale tecnico e amministrativo che, ogni giorno si prendono cura di noi, delle nostre famiglie basandosi e utilizzando le più evidenti prove di efficacia e le più moderne tecnologie.

Tutto ciò va difeso a spada tratta e si devono scongiurare in tutti i modi altri tagli, delocalizzazioni o cambiamenti. I sacrifici sono stati già tanti negli ultimi anni. Giusto rio-organizzare, in un contesto di contenimento dei costi, ma con coscienza e raziocinio senza sacrificare la qualità fin qui raggiunta... che è sotto gli occhi di tutti (la fiducia della gente si ottiene con il sacrificio e l'impegno negli anni) e ampliamente "misurabile" in ambito di accreditamento regionale . Chiederemmo solo questo.

Per lavorare al meglio è indispensabile tenere conto di alcune valutazioni preliminari:

1) La durata della vita media della popolazione è in progressivo aumento con conseguente aumento delle patologie croniche;

2) I costi di degenza media ospedaliera sono in continuo aumento;

3) Le disponibilità economiche sono invece ridotte.

In considerazione di ciò sarebbe strettamente necessario:

Il potenziamento a livello territoriale extra-ospedaliero dell’attività di assistenza domiciliare integrata (ADI – Poliambulatori medici) con l’obiettivo di gestire i bisogni socio-sanitari, specie delle persone anziane presso il loro domicilio;

·Mantenere e potenziare il ruolo del nostro ente ospedaliero anche in considerazione della posizione geografica di confine e della conseguente capacità di attrazione verso i “clienti” delle regioni confinanti;

Confronto continuo con la direzione dell’azienda USL. 

Promuovere e diffondere iniziative di informazione socio-sanitaria con grande attenzione rivolta alla prevenzione, contribuendo così all’affermazione di una più ricca cultura della salute.

In questo i percorsi fitness per giovani e meno giovani che incentivino la salute pubblica (come questo del Comune di Torino) possono essere una bella opportunità per tutti noi.

Anche la cultura alla defibrillazione (con apparecchi defibrillatori semiautomaci localizzati nei punti "nevralgici" della cittadina) andrebbe sempre più estesa (ricordo a tutti come grande esempio l'eccellenza della rete "Progetto Vita" Piacenza) posizionandoli e ampliando la rete dei DAE nei punti strategici della città senza dimenticare le frazioni (Pievetta e Bosco Tosca sono ancora sprovviste per esempio di tale presidio salva vita).

Non dimentichiamoci della lotta al gioco d'azzardo e alle slot. E' un tema caldo, che riguarda ogni città. L'importante è mantenere sempre alta l'attenzione nel tentativo di TUTELARE (questo uno dei principali scopi di una amministrazione pubblica) le fasce più deboli della popolazione preservandole il più possibile da pericolosi gesti auto-distruttivi. Non conta nient'altro.