martedì 22 aprile 2014

Vivere Castello offrendo nuove Opportunità!

A me piace un sacco la parola opportunità!

E vorrei tanto che la politica se ne dotasse molto di più di quanto fa oggi. Io faccio un lavoro che mi rende ben consapevole di quanto la vita sia breve, unica e preziosa e ho avuto la fortuna di avere incontrato, nel cortile di fronte a casa come nel mondo, dall'Africa al Brasile, persone ricche(d’animo) e stimolanti nel più profondo senso del termine, che mi “rafforzano”, con il loro ricordo, ogni giorno, in ogni momento. Gente povera? Affatto! Il mio concetto di povertà è stato letteralmente stravolto grazie anche a queste esperienze. Per me oggi la povertà non dipende esclusivamente dalla mancanza di un bene materiale e nemmeno di un contesto particolare. E’ qualcosa di più ampio, fortemente legato forse nemmeno a una singola persona ma a più persone. E’ senz’altro povera una persona che non può beneficiare dell’acqua o dell’elettricità ma è ugualmente povero un ragazzo che vuole investire nello studio ma che si ritrova la prima Università decente a centinaia di chilometri da dove è nato. Ancora peggio se, per raggiungerla, diventa quasi un’odissea. E’ povera una persona che lavora dieci ore al giorno senza che nemmeno le siano riconosciute quelle minime tutele lavorative fondamentali. E’ povero chi non può contare (per tanti tristi motivi) nemmeno su una spalla su cui poggiare la testa e abbandonarsi nei momenti di sconforto. E’ povero chi non ha più voglia di credere nel futuro. E’ infinitamente povero chi non ha un tetto sopra la propria testa per dormire, un “lavoro”, un qualsiasi lavoro, capace di condensare e racchiudere tutta quella dignità che appartiene alla natura stessa dell’uomo, che lo rende “vivo” ma che se smarrita rischia di impoverirlo, svuotarlo, umiliarlo. Ferirlo. Di conseguenza è “ricco”, chi vive in una società garante dei diritti fondamentali (fa sempre bene ricordare che non sono caduti dal cielo…), di una salute pubblica il più possibile efficiente e accessibile, di una progettazione urbanistica comunitaria degna di una cittadina europea, di una “cura” ambientale realistica e non solamente sbandierata, di una condizione di sicurezza individuale, lavorativa e famigliare garantita da una società nella quale tutti fanno la loro parte, istituzioni e società civile insieme, giorno dopo giorno. E’ ricco chi ha la fortuna di sfruttare le opportunità che la società nella quale vive, compresa la questione pubblica, è capace di fornirgli e garantirgli tutti i giorni: reti di trasporto funzionanti, servizi alle persone efficienti, libertà di credo e pensiero, spazi ricreativi e culturalmente identitari, storici ma anche nuovi e diversi, accessibili a tutti. E’ ricco chi investe nel tentativo eroico di rimanere al passo coi tempi, chi non smette di orientarsi verso le innovazioni, chi si concede ancora una “scossa” al pensiero. Chi ha il coraggio di accogliere, ascoltare, venirsi incontro. Ecco perché, per me, il concetto di povertà e ricchezza si lega fortemente alla parola opportunità. Ecco perché ho voluto a tutti costi che nel programma che ho (nel mio piccolo) contribuito insieme ad altri a realizzare, questa parola comparisse. Sono le opportunità che rendono la vita degna: di essere vissuta, di essere amata, di essere coltivata. Ed è in questo ambito che le amministrazioni, di qualsiasi orientamento politico, dalla più piccola alla più grande, hanno l’obbligo morale di intervenire a tutti i costi, con ogni mezzo. Lo dobbiamo ai nostri figli. Con la speranza che le opportunità che oggi esaltiamo, un giorno, serviranno a loro. Dentro in me spero che la politica sia soprattutto questo; non chiederei altro. Leggo di programmi, di pareri contrastanti. Non è facile “scrivere”, insieme a tante altre persone, un -programma- per la propria comunità. Ognuno di noi ha le sue convinzioni, i suoi punti di vista. E’ stato difficile, difficilissimo. Me ne sono accorto in queste settimane. Non credo di essere stato all’altezza del compito. Ma ho sempre ben in mente un prezioso insegnamento derivato dalla mia storia, che mi insegue oramai da tempo e che forse un poco mi è servito per davvero… in questo arduo lavoro appena sopra citato: la voglia di “resistere”, mantenendomi curioso.

Ma bando alle ciance. E' ora di iniziare a parlare di opportunità!